Forestazione urbana




di Matteo Marcoccia - Comunità Laudato Si' Alatri
docente "Bonifacio VIII" di Anagni, dottore in Scienze Naturali


Oggi, molto spesso, gli effetti delle attività umane risultano quanto mai evidenti, insistendo su gran parte degli ecosistemi naturali.
Negli ultimi anni i disturbi antropici stanno mettendo a dura prova diversi ecosistemi, a partire da quelli più vulnerabili e meno resilienti, insieme ai diversi sistemi di paesaggio e mettendo a rischio la sopravvivenza di numerose specie viventi. E' incontrovertibile il fatto che, dati alla mano, è in aumento il numero di specie che entrano a far parte delle Red list e, parallelamente, non si può non registrare la riduzione di habitat naturali; basti pensare agli ambienti palustri o in genere a quelli di ambiente umido.
Certo, bisogna tener conto del continuo ed inesorabile cambiamento dei sistemi di paesaggio, profondamente collegati al mutare dell'andamento climatico, geomorfologico e pedologico.
Laddove i cambiamenti naturali tendono ad una modificazione continua delle tessere dei sistemi di paesaggio, tra loro tutte ecologicamente collegate, ecco che quelli introdotti dall'uomo si manifestano come disturbi e stress a diversa scala ecologica.
Avvertiamo più o meno velocemente questo disturbo quando si passa da un ambiente naturale, o semi naturale, ad uno fortemente antropizzato, come una città. Gli ambienti fortemente antropizzati risultano spesso come delle isole profondamente disgiunte dal sistema di paesaggio naturale; ciò dovrebbe indirizzarci ad armonizzare il passaggio tra sistemi naturali ed antropici. Ridurre la frattura tra questi sistemi di paesaggio significa iniziare a riqualificare una numerosa varietà di ambienti, tra i quali molteplici spazi urbani, lasciati profondamente alterati e ormai privi della loro capacità di resilienza.
La rimodulazione di questi spazi, con interventi mirati e ben integrati all'interno della propria scala di paesaggio e tenendo conto di tutte le richieste ecofisiologiche e climatiche, potrebbe sicuramente facilitare la creazioni di ponti e corridoi ecologici tra diverse aree naturali. La forestazione urbana, ad esempio, avrebbe la capacità di attutire diverse alterazioni ambientali e, allo stesso tempo, darebbe nuove vesti ai nostri spazi grigi ed ormai freddi.
La diffusione di nuove alberature, la presenza di essenze arboree ed arbustive in spazi privi di verde garantirebbe anche il fruire in modo diverso del territorio e in zone apparentemente ormai prive di potenziale valore. La riconquista di questi spazi rappresenterebbe, in particolare in questo periodo di profonda crisi, una opportunità per tante figure professionali che si occupano di spazi verdi, di progettazione e di tutto l'indotto florovivaistico.

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