Con Marco Omizzolo per ascoltare "Il grido dei poveri" e risvegliare consapevolezza e impegno condiviso per la giustizia

Sabato 29 aprile alle 18, presso la biblioteca popolare (BiblioPop) di Santa Maria delle Mole (Marino -  RM), si è svolta la conversazione con Marco Omizzolo, per la presentazione del libro “Articolo 1. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro sfruttato”.

L'autore, sociologo e ricercatore dell’Eurispes,  già nominato nel 2019 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo impegno per la legalità e contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura, ha accompagnato i presenti in un viaggio coinvolgente e doloroso nelle situazioni di sfruttamento e schiavitù del nostro paese.

Al di là di ogni pregiudizio o stereotipo, lo sfruttamento investe il nostro paese da nord a sud, coinvolgendo immigrati ed italiani. Non solo caporalato e questione dei braccianti agricoli quindi, ma mondo del tessile, delle pesca, dei servizi e della distribuzione, del commercio e dei nuovi lavori legati alle piattaforme tecnologiche, come quello dei rider. 

Responsabilità politiche, legate alle leggi che spesso non affrontano fino in fondo il problema, ma anche responsabilità personali in relazione alle scelte che ognuno compie, ad esempio, in campo economico (ricordiamo che ognuno è destinatario di quei prodotti che questi lavoratori producono o dei servizi che erogano); e in relazione quell'indifferenza che spesso rende queste persone "invisibili".

Un invito forte e chiaro a combattere quella cultura dello scarto che porta a considerare le persone come "oggetti" e a disumanizzarle fino a percepirle solo come "braccia".

Tra i momenti più emozionanti dell'incontro sicuramente la condivisione dell'esperienza di impegno di Omizzolo a fianco della Comunità Sikh dell'agropontino. Impegno che lo ha visto inflitrarsi e vivere come "sfruttato", tra e con i braccianti, per poter raccogliere testimonianze, prove e dati che lo hanno condotto a guidare nel 2016, il più grande sciopero di braccianti mai realizzato in Italia, con oltre 4000 braccianti in strada, finalmente non più soli nel rivendicare diritti, dignità e giustizia. Uno sciopero che ha portato in pochi mesi alla promulgazione di una legge in parlamento, la 199/16,  che oggi difende i diritti di tutti i lavoratori.

La presenza all'incontro di rappresentanti della Diocesi di Albano, del mondo delle istituzioni e dell'associazionismo ha reso particolarmente vivace il dibattito. Il dialogo intenso, i numerosi interventi dei partecipanti e la forte denuncia operata non solo con la narrazione, ma con i fatti e l'esperienza personale, ha portato al desiderio unanime di avviare processi di presa di coscienza e di collaborazione trasversale allargando così lo spettro dell'impegno, perchè quel grido dei poveri non resti inascoltato.

Nonostante la complessità e la durezza del tema affrontato, non è mai mancato uno sguardo di speranza. Lo sfruttamento e le ingiustizie non sono realtà immodificabili a cui arrendersi e numerose sono le storie che ci raccontano di un cambiamento possibile. “Sappiamo che le cose possono cambiare” ci dice l'enciclica Laudato si’, ma affinchè questo avvenga c’è bisogno del coinvolgimento e dellimpegno di ciascuno.








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