La guerra produce catastrofi ambientali e le catastrofi ambientali sono a loro volta causa di conflitti...
Armiamo la pace!!!
CESSATE-IL-FUOCO
#disarmoclimatico
Vittime della guerra sono i soldati e i civili, ma anche le risorse naturali e gli ecosistemi.
Gli effetti dei conflitti sull’ambiente vengono troppo spesso trascurati.
Risorse idriche inquinate, raccolti e foreste devastati e animali uccisi troppo spesso rientrano nelle strategie militari. Ma non solo, il controllo delle risorse naturali è tra i fattori che scatenano i conflitti.
Negli ultimi 60 anni almeno il 40 per cento di tutti i conflitti interni erano connessi allo sfruttamento delle risorse naturali.
C’è una connessione diretta tra la conservazione e la tutela delle risorse naturali e il mantenimento della pace: se gli ecosistemi vengono distrutti i mezzi di sussistenza scarseggiano ed è più probabile l’insorgere di conflitti.
"Assistiamo sempre di più alla militarizzazione della pace. Politica e mondo militare si uniscono per far fronte alle situazioni di crisi ambientale e sociale, in una logica in cui la causa viene fatta apparire come una soluzione. Assistiamo ad una continua gestione delle emergenze, da quelle climatiche, a quelle migratorie e sanitarie, affrontate con l’intervento degli eserciti, invece che con istituzioni civili, politiche condivise e modalità nonviolente"
"Il rapporto fra pace e ambiente prevalentemente nel passato è stato letto attraverso la relazione che intercorreva fra guerre e petrolio. Ma oggi questo rapporto vede la forte emersione di altri ambiti di conflitto: controllo dell’acqua, controllo delle terre fertili, deforestazione, accaparramento di materie prime rare, che portano a fenomeni predatori incontrollati delle risorse dei territori, di distruzione degli ecosistemi e allo sfruttamento dei lavoratori. Intorno a queste situazioni ci sono forme di controllo armato a tutela di interessi economici che travalicano completamente gli interessi delle popolazioni che possiedono queste risorse. Tutto questo, spesso poco conosciuto, deve invece, pesantemente interrogare i paesi più sviluppati, destinatari unici di quelle risorse, rispetto alla sostenibilità del proprio modello di sviluppo e dei propri stili di vita."
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