Il documentario realizzato da Stefano Girardi spiega l’impatto della fast fashion e un’altra moda possibile, attraverso le voci di tre realtà virtuose.
C’è un’altra moda possibile, oltre a quella usa e getta, dai ritmi forsennati, oltre alla fast fashion cui tutti siamo ormai abituati. Ed è quella che si vede nel documentario Storie di una moda possibile, realizzato da Stefano Girardi e prodotto da Mani tese e istituto Oikos, che spiega non solo gli impatti della moda veloce, ma attraverso le voci di tre realtà produttive virtuose ci racconta anche che è fattibile adottare un modello di produzione efficiente e allo stesso tempo gentile nei confronti del Pianeta.
Il documentario Storie di una moda possibile
L’industria dell’abbigliamento è una delle più impattanti a livello globale dal punto di vista ambientale e sociale. Ancor più da quando è iniziata l’era dalla fast fashion: i prezzi si abbassano, e così anche la qualità dei capi, raddoppiano le collezioni, la domanda si impenna, aumentano i volumi degli ordini e la velocità di produzione – sulla pelle dei lavoratori che la maggior parte delle volte si trovano nei paesi dove il costo della manodopera è più basso –, si riduce il ciclo di vita dei prodotti. È un circolo vizioso che potenzialmente non avrebbe mai fine, se non fosse per quelle realtà che decidono di adottare modelli di produzione più sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale...
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