Il premio Nobel Yunus: occorre un'economia guidata da una consapevolezza sociale e ambientale

di Massimo de Magistris




In una recente intervista sul quotidiano della Santa Sede l'Osservatore Romano (qui), il premio Nobel per l'economia 2006, Muhammad Yunus, cerca di proporre una lettura controcorrente soprattutto della dimensione economica, alla luce della recente crisi scatenata dalla pandemia di Covid-19, aldilà di semplicistiche visioni irenistiche quanto di pessimistiche paralisi di prospettive.

Tra i molti spunti, Yunus ha più volte ribadito il disincanto verso forme di economia incapaci di promuovere autenticamente il bene comune, (anche con millantati paradigmi alternativi, in fondo poco realizzabili) allineandosi così anche alle sollecitazioni provenienti dalla Laudato si' di papa Francesco circa la necessità di "cercare altri modi di intendere l’economia" (LS 16).

Alcuni passaggi sono notevolmente in sintonia.

Un esempio è dato dall'analisi del fallimento di un'economia tesa unicamente alla massimizzazione del profitto e che pone in secondo piano (o dimentica completamente) il bene di persone e ambiente intimamente connessi tra loro.

 YUNUS
"Non penso che l’economia praticata oggi nel mondo meriti di essere definita scienza sociale. Non ha nulla di sociale. La sua unica preoccupazione è la massimizzazione del profitto personale. Non si preoccupa dell’interesse comune della gente.  Si occupa solo di come accrescere la ricchezza delle nazioni senza domandarsi quante, o quante poche, persone ricevono tale ricchezza. Non si preoccupa neppure della sicurezza del pianeta".


LAUDATO SI' 195

"Il principio della massimizzazione del profitto, che tende ad isolarsi da qualsiasi altra considerazione, è una distorsione concettuale dell’economia: se aumenta la produzione, interessa poco che si produca a spese delle risorse future o della salute dell’ambiente".



Ancora una similitudine tra i due modelli proposti può essere riscontrata nelle conseguenze generate da un'economia di "vecchio stampo":

YUNUS
"Per ottenere un mondo nuovo dobbiamo ridisegnare l’economia, dandole un orientamento sociale. Dovrà essere un’economia guidata dalla consapevolezza sociale, un’economia guidata dalla consapevolezza ambientale. L’economia attuale non ha mai riconosciuto l’interesse collettivo. Si basa solo sul proprio interesse. Se nell'economia includiamo l’interesse collettivo questa diventa subito diversa. Abbiamo bisogno di due tipi differenti di economia, uno per la massimizzazione dei profitti e l’altro per risolvere i problemi comuni della gente, con profitto personale zero.  La stessa persona può svolgerle entrambe. Non abbiamo bisogno di due persone diverse per farlo. In un tipo di economia una persona si prende cura di se stessa e nell’altro si prende cura di tutti gli altri e del pianeta.  Questo nuovo tipo di economia io lo definisco economia sociale. È questa l’economia che s’impegna a risolvere i problemi della gente e del pianeta senza alcun intento di guadagno personale".


LAUDATO SI' 109
"L’economia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto, senza prestare attenzione a eventuali conseguenze negative per l’essere umano. La finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale".
 
L'invito all'audacia che Yunus rivolge a tutti alla fine dell'intervista, ricorda l'urgenza di prendere sul serio l'idea di una radicale conversione capace di abbracciare tutti gli ambiti dell'esistenza e iniziare a pensare l'economia così come suggerisce l'etimo stesso di questa parola: 
οἰκονομία = "cura/conduzione della casa".











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