di Leonardo Becchetti
Con l’Amazzonia che continua a bruciare nell’indifferenza generale mentre Bolsonaro dichiara che «l’Amazzonia non è patrimonio dell’umanità, è dei brasiliani» e Trump che si offende perché la Danimarca non vuole vendergli la Groenlandia, il mondo sembra essere tornato preda dell’arbitrio di sovrani capricciosi. Eppure, se guardiamo sotto la superficie ci accorgiamo che il risultato di equilibrio che modifica progressivamente le condizioni sociali e politiche del mondo in cui viviamo non dipende che da noi.
Dopo i Fridays for Future e le proteste per il clima che hanno invaso pacificamente molte città di tutto il mondo, e i Saturdays For Future e le proposte per la spesa che hanno preso vita in tante piazze italiane, sembra che si possa far largo, a partire dai giovani, un nuovo modo di pensare. E di agire.
Dopo i Fridays for Future e le proteste per il clima che hanno invaso pacificamente molte città di tutto il mondo, e i Saturdays For Future e le proposte per la spesa che hanno preso vita in tante piazze italiane, sembra che si possa far largo, a partire dai giovani, un nuovo modo di pensare. E di agire.
Siamo noi che votiamo nelle urne e decidiamo quali leader avere.
Siamo noi che ogni giorno votiamo con il nostro portafoglio scegliendo attraverso i nostri consumi e risparmi di premiare alcune aziende invece di altre.
Lo abbiamo detto tante volte ed è questo il famoso principio del “potere del voto col portafoglio”.
Se tutti i cittadini si “svegliassero” e diventassero consapevoli del loro potere votando col portafoglio per le aziende leader nella capacità di creare valore economico socialmente ed ambientalmente sostenibile il mondo da domani sarebbe diverso. Perché il perno del sistema sono i consumatori e i risparmiatori, il perno del sistema siamo noi. Non solo le aziende non potrebbero non tener conto delle nostre preferenze e delle nostre scelte, ma anche i politici dovrebbero farlo. I politici dipendono dal consenso che misurano ormai quotidianamente con i sondaggi. Se i cittadini vanno in direzione del voto col portafoglio i politici seguiranno con decisioni coerenti con quelle scelte. E le ricette di politica economica (dalle ecotasse ambientali e “sociali” per premiare le imprese sostenibili alle regole su informazione e meccanismi di remunerazione dei manager) seguirebbero.
Come è ben noto nella letteratura scientifica teorica ed empirica e nella prassi quotidiana l’utopia del voto col portafoglio trova quattro ostacoli sul suo cammino.
Il primo è la consapevolezza di avere questo potere che in moltissimi cittadini manca.
Il secondo è la carenza d’informazione che aiuta i cittadini a scegliere e a capire la differenza tra aziende e prodotti più o meno sostenibili.
Il terzo è il coordinamento delle scelte individuali di voto col portafoglio. Se uno solo o pochi si convincono che votare col portafoglio è importante l’effetto desiderato non si realizza.
La quarta ed ultima barriera è la differenza di prezzo.
Più votare col portafoglio costa (maggiore la differenza di prezzo tra prodotto sostenibile e prodotto convenzionale) e minore sarà la quota di cittadini che compiono questa scelta.
Il primo è la consapevolezza di avere questo potere che in moltissimi cittadini manca.
Il secondo è la carenza d’informazione che aiuta i cittadini a scegliere e a capire la differenza tra aziende e prodotti più o meno sostenibili.
Il terzo è il coordinamento delle scelte individuali di voto col portafoglio. Se uno solo o pochi si convincono che votare col portafoglio è importante l’effetto desiderato non si realizza.
La quarta ed ultima barriera è la differenza di prezzo.
Più votare col portafoglio costa (maggiore la differenza di prezzo tra prodotto sostenibile e prodotto convenzionale) e minore sarà la quota di cittadini che compiono questa scelta.
E’ proprio per lavorare dal basso al superamento di queste quattro barriere (conspevolezza, informazione, coordinamento delle scelte, differenza di prezzo) che da Next, la rete delle organizzazioni del paese che lavora da anni su questo ambito e sui temi della responsabilità sociale, nasce Gioosto lo spin-off di NeXt, il commercio online per favorire consapevolezza, informazione, coordinamento delle scelte e, ovviamente, vendite di prodotti sostenibili.
La piattaforma digitale di Gioosto non è solo lì per vendere dei prodotti.
E’ molto di più.
I suoi obiettivi sono molto più generativi e ambiziosi: rendere i cittadini consapevoli del loro immenso potere di cambiare le cose in meglio, informare opportunamente, aiutare a coordinare le scelte ed offrire prodotti a prezzi ragionevoli. Abbattere insomma i quattro ostacoli al voto col portafoglio per cambiare il mondo e con esso la politica e le sue regole.
Benvenuti tutti coloro che si impegneranno per raggiungere questo obiettivo.
Siamo tutti convocati, scopri l’anteprima di Gioosto.
Siamo tutti convocati, scopri l’anteprima di Gioosto.
da nexteconomia.org
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